domenica 13 novembre 2011

Riflessi di nuvole

Piccola meraviglia che ogni mattina apre gli occhi sul suo mondo fatato,
fatto di te e di me, di pelle, respiro, abbracci, baci, fatto di due cuori che si nutrono in sincrono l'uno dell'altro...

Piccolo miracolo che ogni giorno riempie le mie giornate di sorrisi, risate, urletti e qualche pianto, che si nutre di me e io di lei, che l'una senza l'altra ci sentiamo perse...

Piccolo cuore mio che ogni sera ti addormenti sul mio petto, stanca delle mille briciole di scoperte della giornata, ebria di vita e di amore...

Piccola scintilla che accende ogni mio pensiero, costante, onnipresente, forte e impetuosa, io ti ringrazio per tutto quello che mi dai, per tutto quello che mi insegni, per tutto quello che sei, sono e siamo.

Ti guardo e mi perdo nei tuoi occhi blu come il mare, infiniti come il cielo così puri da riflettere le nuvole, tu guardo e so che non sarò mai più sola, ti guardo e so che darei la vita per te...

...figlia mia ti augro di diventare madre un giorno, perchè un legame così profondo, unico e viscerale non si puè descrivere ma solo vivere.

Ti amo

venerdì 11 novembre 2011

San Martino, introduciamo qualche sana tradizione!

Oggi 11 novembre è San Martino, la leggenda narra che il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c'è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. "Poveretto, - pensa - morirà per il gelo!" E pensa come fare per dargli un po' di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto.
"Dio ve ne renda merito!", balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l'aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l'estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell'atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio. Ma la storia di San Martino non finisce qui. Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio lui in persona.
Tratto dal sito della parrocchia di S. Martino vescovo di Alpignano (To)

... Ecco io non sono credente ma la mia mamma sì e da quando ero piccina, lei lo ha sempre fatto per noi e poi una volta cresciuti, si usava farlo tutti assieme. E' una tradizione Veneziana, io ho dei bei ricordi legati ad essa e vorrei trasmetterla anche ad Isabella, così quest'anno dopo tanto tempo ho fatto il primo dolce di San Martino della Porrozzi family!


A Venezia



I bambini girano per Venezia con coperchi di pentole e altre cose che fanno chiasso a gruppi o di 4 o 5 o a "gruppi scolastici". Viene cantata, per l'occasione:
S. Martin xe 'ndà in sofita
a trovar ea so' novissa (o nona Rita o nona Gigia)
nona Rita no ghe gera
S.Martin col cùeo par tera
E col nostro sachetìn
cari signori xe S.Martin...

La musica ripete le stesse note di "Garibaldi fu ferito..." di antica memoria.
...e via col casino. Nel secondo caso (ma è una moda di questi anni) qualcuno gira vestito da S. Martino con tanto di cavallo di cartone, spada e mantello. La festa non è un gran affare per i negozianti, visto che non è una festa americana, e quindi, essendo casereccia, gli unici che ci guadagnano sono i pasticcieri e fornai che vendono il classico dolce fatto di biscotto a forma di santo con cappa e spada e guarnito con cioccolato, glassa e praline (o altre cose simili). Oramai il dolce si è fatto sempre più grande e sempre più costoso.
San Martino è andato in soffitta a trovare la nonna Rita. Visto che non trovò la nonna il santo cadde sulle natiche. Questo è il mistero che assale tutti i bambini di adesso dopo aver cantato la filastrocca alla festa di San Martino. Perché una persona che non trova sua nonna, aspettandosela in soffitta, deve cadere per forza a terra sulle natiche? Molti sostituiscono la nonna con una "novissa" e cioè una che deve maritarsi ma il dubbio rimane. Tratto da Venessia.com